CONDIZIONI CLINICHE INSERITE NELLA CATEGORIA B DEL CDC

CANDIDOSI OROFARINGEA

La candidosi orofaringea è un’infezione fungina che scaturisce dalla crescita incontrollata, a livello del cavo orale e/o della gola, del fungo Candida albicans.

Essa è favorita da condizioni quali l’uso improprio di antibiotici, diabete mellito, stati di immunodepressione; nei soggetti HIV-positivi in fase precoce, la candidosi orale è presente nel 20-30% dei casi.

La candidosi orale è tipicamente responsabile di una patina bianca sulle mucose del cavo orale e/o della gola, talvolta associata a sintomi, tra cui: bruciore in bocca, dolore durante la masticazione e/o la deglutizione, sapore anomalo in bocca e mancata percezione dei sapori.

Per la diagnosi di candida orale, sono generalmente sufficienti l’esame obiettivo e l’anamnesi

Il trattamento delle candidosi avviene tramite l’uso di farmaci antimicotici che bloccano la riproduzione dei lieviti. Se ne usano per applicazione in unguento, per via orale o endovenosa a seconda del livello di gravità dell’infezione.

LEUCOPLACHIA ORALE VILLOSA

La leucoplachia orale villosa è causata dalla riattivazione del virus Epstein-Barr (EBV), un Herpes Virus che, come gli altri membri della famiglia degli Herpes Virus, dopo aver causato l’infezione rimane latente per tutta la vita e può riattivarsi in caso di indebolimento del sistema immunitario portando a condizioni come appunto la leucoplachia villosa.

La leucoplachia orale villosa è caratterizzata dalla comparsa di placche biancastre con morfologia non regolare sui margini della lingua ma anche sulle gengive, all’interno delle guance, nella parte inferiore della bocca.

 

È spesso scambiata per il mughetto orale, tuttavia, a differenza della candidosi orale (mughetto), la patina biancastra non può essere facilmente raschiata dalla lingua

Le persone con infezione da HIV sono particolarmente a rischio di sviluppare la leucoplachia villosa. Sebbene l’uso di farmaci antiretrovirali abbia ridotto il numero di casi, la leucoplachia villosa colpisce ancora ben il 25% dei sieropositivi e potrebbe essere uno dei primi segni di infezione da HIV.

Poiché le lesioni sono benigne, generalmente non è richiesto alcun trattamento. Tuttavia, in alcuni casi, in particolare in quelli con conteggio CD4 in deterioramento, la somministrazione di antivirali come valaciclovir e famciclovir  può aiutare a risolvere l’infezione.

HERPES ZOSTER MULTIMETAMERICO O RICORRENTE

E’ una malattia cutaneo-nervosa, a decorso acuto, provocata dalla riattivazione del virus della varicella-zoster (VZV), acquisito durante l’infanzia (varicella), rimasto latente in uno o più gangli sensitivi delle radici dorsali del midollo spinale e/o dei nervi cranici per un periodo di tempo solitamente prolungato (solitamente decenni), senza replicarsi né dare alcun segno o sintomo della sua presenza.

Clinicamente si caratterizza per una eruzione eritemato-vescicolosa in genere unilaterale e da una sindrome dolorosa localizzate a livello di un dermatomero.

L’herpes zoster si verifica più frequentemente nei pazienti anziani e negli immunocompromessi in cui  l’immunità cellulo-mediata è diminuita; i soggetti con Infezione da HIV sono più a rischio di zoster disseminato, multimetamerico e ricorrente.

Il trattamento con antivirali riduce la gravità e la durata dell’eruzione acuta e il tasso di complicanze gravi in pazienti immunocompromessi; può diminuire inoltre l’incidenza della nevralgia posterpetica.

Il trattamento dell’herpes zoster deve essere iniziato il più precocemente possibile, idealmente durante il periodo prodromico, ed è meno probabile che sia efficace se somministrato > 72 h dopo la comparsa delle lesioni cutanee, soprattutto in assenza di lesioni di nuova formazione.

Famciclovir, valaciclovir e acyclovir sono i farmaci di scelta.

Nei pazienti gravemente immunocompromessi, può essere consigliabile una terapia endovenosa con acyclovir al dosaggio di10-15 mg/kg EV ogni 8 h per 10-14 giorni.

PORPORA TROMBOCITOPENICA IDIOPATICA

La porpora trombocitopenica idiopatica (PTI) è una malattia caratterizzata da un calo della conta delle piastrine circolanti non accompagnato da altre alterazioni dei valori dell’esame emocromocitometrico, e cioè con emoglobina e conta dei globuli bianchi normali.

Questa malattia può decorrere in maniera asintomatica o essere accompagnata da manifestazioni emorragiche, a seconda del valore delle piastrine.

Quando presenti, le emorragie possono interessare la cute (ecchimosi, petecchie, ematomi, che nel loro insieme costituiscono la porpora) o le mucose (sangue dal naso, ovvero epistassi; sangue dall’intestino, ovvero melena/rettorragia); si possono osservare cicli mestruali più abbondanti o vere e proprie emorragie dalla mucosa uterina (metrorragie) e, anche se più raramente, sanguinamento nel cavo orale e sanguinamento della vescica (ematuria).

L’infezione da HIV può causare una trombocitopenia immunologica indistinguibile dalla porpora trombocitopenica idiopatica eccetto che per l’associazione con l’infezione da HIV; in questi pazienti può costituire la presentazione iniziale della malattia.

Il meccanismo appare legato a un danno diretto dell’endotelio, da parte del virus.

La diagnosi di PTI è prevalentemente clinica.

Pazienti con PTI presentano spesso ecchimosi sulle braccia o sulle gambe, petecchie, epistassi difficili da arrestare o gengivorragie durante la quotidiana igiene del cavo orale. L’esame emocromocitometrico permette di rilevare un basso numero di piastrine.

La conta piastrinica aumenta in genere dopo somministrazione di e con l’inizio e/o l’ottimizzazione della terapia antiretrovirale.

ANGIOMATOSI BACILLARE

L’angiomatosi bacillare è un’infezione della pelle causata dai batteri Gram-negativi Bartonella henselae  o Bartonella quintana; è un disturbo della pelle caratterizzato da proliferazione vascolare.

 

   

Si manifesta quasi sempre negli individui immunocompromessi ed è caratterizzata da lesioni cutanee protuberanti, rossicce, a forma di bacca, spesso circondate da un colletto squamoso. Se traumatizzate le lesioni sanguinano in maniera abbondante. Esse possono assomigliare al sarcoma di Kaposi o ai granulomi da piogeni.

Le lesioni sono di tipo papuloso o papulo-eritematoso o nodulare polipoide, di color rosso scuro, di grandezza variabile, singole o multiple, talvolta ulceranti con tendenza al sanguinamento.

L’infezione da B. quintana è diffusa da pidocchi; l’infezione da B. henselae è probabilmente diffusa da zecche e da pulci dei gatti domestici. La malattia può diffondersi in tutto il sistema reticoloendoteliale, causando peliosi bacillare in particolare nei pazienti con AIDS.

La diagnosi dell’angiomatosi bacillare si basa sull’istopatologia delle lesioni cutanee, sull’emocoltura e sull’analisi PCR (reazione a catena della polimerasi).

Raramente la patologia va incontro a remissione spontanea, ma solitamente è necessaria la terapia farmacologica per determinare la completa guarigione.

Il trattamento dell’angiomatosi bacillare prevede la somministrazione di Eritromicina orale 500 mg ogni 6 h o Doxiciclina orale 100 mg ogni 12 h, da continuare per almeno 3 mesi.

I fluorochinoloni e l’azitromicina sono farmaci alternativi.

NEUROPATIA PERIFERICA

La neuropatia periferica è un sintomo che si presenta con una frequenza del 30-35% in pazienti con infezione da HIV ed è caratterizzata da dolore intenso, puntorio e da disestesie a gambaletto con

interessamento soprattutto della pianta del piede e con difficoltà e, talvolta, impossibilità

nella deambulazione.

La Polineuropatia Simmetrica Distale (DSP) è la forma più comune e si verifica in più di un terzo dei pazienti infetti, ma tale percentuale raggiunge il 67% se si includono i soggetti asintomatici. Esistono alcuni fattori di rischio per la DSP tra i quali l’età avanzata, un avanzato stadio di malattia da HIV e una storia di tossicodipendenza o di assunzione di altri farmaci neurotossici. Le principali manifestazioni della polineuropatia sono caratterizzate da un intorpidimento lentamente progressivo e parestesie (con sensazione urente ai piedi) a distribuzione simmetrica. I sintomi possono aumentare in base all’entità di progressione dell’immunosoppressione. L’eziologia della DSP da HIV è sconosciuta, sebbene siano stati presi in considerazione gli effetti neurotossici di citochine, la tossicità di proteine dell’HIV e il danno mitocondriale. L’attuale trattamento della HIV-DSP è sintomatico tramite l’utilizzo di farmaci che agiscono sul dolore quali antinfiammatori, oppioidi, antidepressivi, antiepilettici, anestetici locali e capsaicina. Un accurato controllo virologico può inoltre migliorare la DSP.

CANDIDOSI VAGINALE RICORRENTE

L’infezione da HIV rappresenta un importante fattore di rischio per le vaginiti ricorrenti da Candida (4 o più episodi, confermati colturalmente, nell’arco di 12 mesi)

I sintomi sono caratterizzati da prurito, bruciore, irritazione vaginale vulvare (che possono peggiorare durante i rapporti sessuali) e la dispareunia; spesso è presente secrezione vaginale spessa, bianca, simile a formaggio cagliato che aderisce alle pareti vaginali.

La diagnosi di vaginite viene formulata sulla base dei sintomi e dei segni emersi durante la visita ginecologica, durante la quale vengono esaminate le mucose vaginali e del collo dell’utero.

Per individuare la causa responsabile della vaginite, possono essere prelevati dei campioni di secrezioni vaginali, allo scopo di individuare il patogeno responsabile attraverso un esame microscopico o colturale. Per ottenere questi campioni si eseguono dei tamponi vaginali; in pratica, si effettua un prelievo del secreto vaginale attraverso un bastoncino cotonato, lungo e sottile, inserito in vagina.

La terapia con azoli topici od orali è molto efficace ed i risultati sono un miglioramento dei sintomi ed una

negativizzazione delle colture nel 90% delle pazienti che terminano la terapia.

CARCINOMA IN SITU DELLA CERVICE

Il cancro del collo dell’utero (carcinoma della cervice) è causato dalla crescita incontrollata delle cellule della cervice, la parte inferiore ristretta dell’utero, a forma di cono che collega l’utero alla vagina.

La quasi totalità dei carcinomi della cervice sono causati da un’infezione persistente operata da alcuni ceppi di papillomavirus (HPV), uno dei maggiori responsabili delle infezioni sessualmente trasmesse.

ll rischio di contrarre l’infezione da HPV nei pazienti con infezione da HIV e con conta CD4<200/mmc è stimato 10 volte superiore a quello della popolazione generale.

Caratteristiche peculiari della popolazione HIV-positiva sono l’elevato tasso di persistenza dell’infezione da HPV, un fattore critico per la cancerogenesi virale, l’elevata prevalenza di ceppi virali ad alto rischio oncogeno (ceppo 16 e 18) e l’elevata prevalenza di infezioni con ceppi virali multipli.

Oggigiorno sono disponibili vaccini contro l’HPV che conferiscono protezione nei confronti dell’infezione da HPV e riducono l’incidenza di anomalie cervicali di alto grado.

Il cancro della cervice agli stadi precoci è spesso asintomatico ed è altamente probabile che venga identificato attraverso i test di screening cervicale.

Prevenire il cancro della cervice è possibile attraverso l’immunizzazione con i vaccini anti-HPV e lo screening cervicale

MALATTIA INFIAMMATORIA PELVICA

La malattia infiammatoria pelvica è un’infezione dell’apparato riproduttivo femminile.

In genere è causata dalla diffusione di infezioni batteriche sessualmente trasmesse, dalla vagina attraverso la cervice fino all’utero, le tube di Falloppio e le ovaie (infezione ascendente).

Nella maggior parte dei casi è una complicanza dovuta alla mancata diagnosi e/o cura di infezioni sessualmente trasmesse (IST) come la clamidia (Chlamidia trachomatis) o la gonorrea (Neisserie gonorrhoeae).

Una donna affetta dalla malattia infiammatoria pelvica (PID) può essere asintomatica o presentare solo un lieve disagio o un dolore cronico e/o progressivo in grado poi di aggravarsi ed acutizzarsi.

La PID può essere associata a varie complicanze, tra le quali l’infertilità, la presenza di dolore pelvico cronico, la formazione di tessuto cicatriziale in corrispondenza delle tube di Falloppio e la gravidanza extrauterina.

Nella maggior parte dei casi la terapia consiste nell’assunzione di antibiotici ad ampio spettro (efficaci contro vari tipi di batteri), inclusi Chlamydia trachomatis e Neisseria gonorrhoeae.

È importante che la PID venga diagnosticata e trattata prontamente, e che la terapia antibiotica venga portata a termine completamente, indipendentemente dal miglioramento della sintomatologia. Prima viene effettuata una terapia efficace, minori sono i rischi per la donna di sviluppare conseguenza come l’infertilità.